fobia attacchi di panico psicologo pratoQuante volte da bambini abbiamo sfidato incubi e notti insonni pur di vedere l’ultimo Horror in circolazione?

A 14 anni ho avuto la malaugurata idea di andare al cinema all’aperto del mio paese a vedere “The Ring” con gli amici. Ricordo ancora l’agitazione e l’adrenalina che mi hanno tenuta sveglia quella notte, ripensando alla terrificante bambina senza volto che usciva dalla videocassetta per far fuori i poveri spettatori.

Esiste quindi una paura emozionante, che ci affascina e ci spinge a ricercare sensazioni forti. Finché riusciamo a controllarla, la paura ci permette di sperimentare uno stato di tensione ed attivazione appaganti ed utili a scaricare lo stress.

Ma cosa possiamo fare quando questo sentimento diventa inspiegabile, debilitante e per nulla divertente?Questo tipo di paura è tipico dei disturbi d’ansia (come racconta il Dr. Michael Bennet nel suo libro “Non facciamoci fottere dai sentimenti”) e si presenta sotto forme diverse.

  • Alcuni miei clienti raccontano di un’ansia incontenibile che non riescono ad eliminare, nonostante una vita appagante e tante persona care vicino.
  • Altri soffrono di attacchi di panico, manifestazioni improvvise di paura che sembrano non avere spiegazione. Persone sane fisicamente e senza nessun disturbo psicopatologico diventano così convinte di stare per morire, pur sapendo che non è vero.
  • Altri ancora sperimentano agitazione e paura continui anche molto tempo dopo aver subito un trauma (come un incidente stradale).

Spesso questo tipo di sintomatologia si ripresenta cronicamente nella vita delle persone, creando un senso di fallimento e debolezza difficili da superare.

Quando si subisce un trauma come un’aggressione o un’incidente stradale, ad esempio, il nostro cervello cerca di impedire che la persona si ritrovi nella stessa situazione, creando così la sensazione di paura e spingendoci ad evitare quel determinato luogo o quel mezzo di trasporto.

Quando scopriamo di avere una malattia, che sia curabile o no, ci scatenano nella nostra mente pensieri ossessivi di morte che ci spingono a parlarne continuamente o a cercare farmaci di ogni sorta, pur di ricevere consolazione. Tutto questo non fa che peggiorare e rinforzare il nostro stato ansioso.

Se una determinata circostanza sociale o professionale ci spaventa può essere utile ricordare a noi stessi i motivi per cui si sfida ogni giorno quella paura. Possiamo ripeterci che andiamo a lavoro per guadagnare e poi congratularci con noi stessi per il solo fatto di riuscire a portare a termine quel compito, nonostante la paura.

E’ fondamentale accettare l’ingiustizia di dover convivere con la paura ed essere fieri di ciò che si compie quotidianamente per tenerla a bada senza ricorrere a sostanze o comportamenti che danno sollievo immediato, ma alla lunga interferiscono con l’obiettivo stesso. In questo modo la paura diventa tollerabile.

Quali sono gli obiettivi a cui puntare realisticamente?

  • Imparare a valutare i rischi in modo oggettivo
  • Elaborare strategie e abitudini per svolgere le attività quotidiane, nonostante i sintomi ansiosi
  • Trovare un trattamento che offra sollievo parziale ai sintomi di tanto in tanto
  • Controllare i comportamenti indotti dalla paura
  • Apprezzare lo sforzo che serve per convivere con la paura

Come raggiungerli?

  • Accettando che in alcuni casi la paura resiste ai metodi di cura
  • Imparando a capire se un pensiero negativo è fuorviante e cercando di controllarlo
  • Informandosi sui metodi disponibili per gestire la paura e trovando il più adatto
  • Imparando a parlare pacatamente e con un po’ di umorismo delle cose che ci spaventano, per evitare che gli altri si allontanino per via delle nostre paure

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Cosa dire a se stessi quando si è stufi di avere paura?

Prima di tutto, che vivere nella paura è terribile e ci trasforma in qualcuno che non siamo.

Ma non dobbiamo trattare la nostra paura come qualcosa di speciale, di prezioso. Non dobbiamo darle tutte le nostre attenzioni ed energie.

Quando sembra che la paura regoli tutta la nostra vita e condizioni le nostre scelte,  ricordiamoci che è possibile convivere con la paura senza permetterle di imprigionarci.

La nostra paura è forse la cosa più noiosa che abbiamo, il nostro lato meno importante, quello che non dice niente di noi, ma anzi ci impedisce di raggiungere le cose che desideriamo e crediamo giuste per noi.

Iniziamo a dedicare energie ed attenzione alle cose più belle di noi stessi: la creatività, la passione, l’amore, la gioia e tutte le altre risorse positive che ci appartengono.

Pensiamo alle persone che ammiriamo di più, al loro percorso verso il successo. Ognuna di loro ha dovuto fare i conti con la paura e con il fallimento prima o poi.

Tutti conviviamo con la paura, quello che fa la differenza è il modo in cui ne prendiamo consapevolezza e la scavalchiamo.

 

Se c’è la paura, non c’è la felicità
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Psicologa e psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico interpersonale. Non vi farò accomodare sul lettino e non leggo nella mente (purtroppo!). Credo che viaggiare sia la cosa più bella del mondo e che il viaggio più straordinario sia quello dentro noi stessi. In 3 parole? Creatività, impegno ed autoironia.
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