successo coppia psicologiaCari amici, oggi ho deciso di riflettere insieme sul concetto di benessere della coppia e delle relazioni sentimentali (ufficiali, segrete, incerte, traballanti, appena nate o pendolari).

Oggi vorrei parlare della gestione del successo all’interno del rapporto a due. Ma esattamente di cosa stiamo parlando?

Il successo non ha una definizione precisa. A volte lo intendiamo come l’aver raggiunto uno stato di benessere, di rispetto o di fama. Altre come l’ottenimento di un risultato sperato. Ma all’interno di una relazione, come viene vissuto il successo di uno dei due partner? In che modo può influenzare il benessere psicologico delle singole persone?

Quando ricevo delle coppie nel mio studio, una delle principali domande che mi vengono poste è: come posso fare per non sentirmi la ruota di scorta nella nostra relazione? 

Spesso, quando uno dei due partner prova questa sensazione, nella coppia si è avviato un meccanismo di competizione ed invidia, scatenato dalla percezione distorta che l’altra persona sia più capace e realizzata (professionalmente, nelle relazioni con gli amici, con i figli..), cioè che abbia raggiunto un maggior successo in ogni ambito della vita. Questo tipo di pensiero porta la coppia in una situazione di sbilanciamento: un membro sembra godere di tutte le risorse positive e di tutti i riconoscimenti, mentre l’altro vive una condizione di passività, insicurezza ed insoddisfazione.

Facciamo un esempio concreto:

Immaginate di star vivendo un momento difficile nella vostra carriera professionale o in famiglia: a lavoro il capo cestina tutte le vostre proposte, i colleghi non vi invitano all’aperitivo dopo l’orario di ufficio, litigate con le amiche perché non riuscite mai a trovare una sera per uscire insieme come ai vecchi tempi, i figli rispondono alle vostre telefonate solo per chiedervi la paghetta anticipata e magari hanno preso 3 al compito di matematica che avete preparato insieme. Sbam. Mazzate su mazzate. Fallimento totale, su tutti i fronti.

Bene. Ora immaginate di tornare a casa ogni sera, mettervi a tavola davanti al vostro bel veggie burger con l’unico desiderio di infilare la testa nel cuscino e non rialzarla fino al 15 agosto, ed ecco che arriva il vostro adorato partner che con un sorriso a 45 denti vi racconta di quanto è stata favolosa la sua giornata, del nuovo progetto andato a buon fine, dell’aumento di stipendio fresco fresco o del pomeriggio idilliaco che ha appena trascorso con i figli che a malapena vi danno il buongiorno.

Potete certo immaginare che la voglia di mandarlo a quel paese sia quasi irrefrenabile! Così come sarà inevitabile convivere con sentimenti dolorosi ed inconfessabili di gelosia, rabbia ed ingiustizia.

Perché il mio partner riesce senza problemi ad organizzare le sue giornate in modo perfetto, gestire casa e famiglia, mantenere una vita sociale ed avere successo nel lavoro, ed io no?

Perché nonostante gli sforzi tutti i miei tentativi falliscono, mentre ogni sua azione ottiene un risultato positivo?

Perché il mio partner dedica più attenzioni a lavoro/amici/figli/interessi e non si prende più cura di me?

Ecco allora che rischiano di uscirvi di bocca commenti taglienti, ironici o forse solo mugugni incomprensibili di ben poco sentite congratulazioni in simil dothraki (ebbene si, sono una GOT addicted!), che lasceranno l’ignaro partner comprensibilmente ferito e confuso.

Ripetete questa scena più volte ed otterrete un bel circolo vizioso: il partner che sta vivendo un buon momento non parlerà più dei suoi successi all’altro, per paura di venir sminuito, attaccato o ignorato senza capirne il motivo, iniziando anche a non concentrarsi più sui propri obiettivi e bisogni, ma solo sul desiderio di aiutare l’altro ad emergere; mentre il partner che sta vivendo un pessimo momento continuerà a provare invidia e rabbia, a cui si unirà un lancinante senso di colpa per aver trattato malissimo l’altro e solitudine per la mancanza di dialogo che si è creata nel rapporto.

gestire invidia nella coppia

Come fare per scardinare questo meccanismo mentale di competizione ed invidia?

Un buon modo per iniziare a cambiare il modo di reagire al maggior successo del partner è ridefinire la nostra stessa idea di successo come il cercare sempre di fare del nostro meglio, in ogni aspetto della nostra vita.

Avere successo non significa necessariamente ricevere adorazione o consensi dagli altri, nemmeno dal partner o dalle persone più vicine a noi. Significa soprattutto provare soddisfazione nel sapere che si è fatto del nostro meglio per diventare la miglior versione di noi stessi. Questo tipo di atteggiamento mentale presuppone una visione delle proprie capacità e qualità come di “muscoli” che possono essere costantemente allenati, come dei semini che possediamo fin dalla nascita e che possiamo coltivare attraverso l’impegno e la volontà.

Perché perdere tempo cercando di dimostrare che si è migliori del partner, quando si può migliorare noi stessi  e crescere prendendo ispirazione dai suoi successi?

Quando uno dei membri della coppia ha successo spesso è una vittoria per entrambi.

Se una persona ha avuto capacità, risorse, energie disponibili per realizzare i propri obiettivi, significa che ha trovato accanto a se una persona affidabile, sicura, che gli ha donato il suo appoggio ed il suo aiuto.

La prossima volta che il vostro partner torna a casa entusiasta per aver ottenuto ciò che desiderava, stappate una birra insieme a lui, gioite della sua felicità, interessatevi ad ogni dettaglio della sua giornata, esprimete il vostro sostegno con gentilezza. La gentilezza ha lo straordinario potere di creare un vortice, più ne date e più ne riceverete. Quindi non siate mai avidi di gentilezza!

Forse l’unico vero segreto per costruire una vita di successo e liberarsi dall’invidia  è cercare di allenare i nostri muscoli più importanti: il muscolo della gentilezza, il muscolo del rispetto ed il muscolo della gioia.

Brindiamo ai successi!
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Psicologa e psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico interpersonale. Non vi farò accomodare sul lettino e non leggo nella mente (purtroppo!). Credo che viaggiare sia la cosa più bella del mondo e che il viaggio più straordinario sia quello dentro noi stessi. In 3 parole? Creatività, impegno ed autoironia.
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